Se l'Istruzione, intesa come patrimonio acquisito di conoscenze nelle diverse discipline, rappresenta uno degli assi portanti per la formazione dell'Individuo, non possiamo dare per scontato che questa possa identificarsi con l'Apprendimento, che presuppone l'acquisizione di elementi in grado di modificare i comportamenti del Discente nelle diverse situazioni e contesti in cui Egli si trova ad operare.
Lo sviluppo della capacità di apprendere implica, da parte del Soggetto Educando, una partecipazione più attiva e consapevole a tale processo, che si basa essenzialmente su due elementi: l'interesse e la motivazione.
Questo significa che l'Allievo, con il suo patrimonio di interessi, ne diventa attore e protagonista, e se l'Istruzione, che avviene attraverso l'assimilazione di conoscenze, lo vede come soggetto cui viene richiesta l'assimilazione di contenuti decisi da un "Programma" proposto dal Docente, vi è da chiedersi se tale assimilazione possa considerarsi anche come "condivisione" e consapevolezza dei contenuti proposti.
L'apprendimento, dal canto suo, si differenzia dalla semplice assimilazione in quanto basato sull'interesse e sulla motivazione che l'Allievo dimostra nei confronti di quanto apprende; come tale, l'apprendimento è in grado di influenzarne la sfera comportamentale ed emotiva, spingendo il Soggetto Educando a comportamenti "spontanei" tesi a raggiungere un obiettivo o, ad esempio, risolvere un problema.
In altre parole, l'Apprendimento si traduce in comportamenti spontanei quanto adeguati , ad esempio, alle modalità con cui Egli affronta un problema e incide profondamente sui comportamenti etici, professionali e sociali dell'Individuo: ciò che viene effettivamente "appreso" produce comportamenti che ne caratterizzano l'agire in situazioni diverse, rispettandone e valoizzando allo stesso tempo le sue aspirazioni: Egli, da semplice "assimilatore" di conoscenze diventa, se opportunamente sollecitato, "Costruttore" rispetto alla realtà che lo circonda, che interpreta a seconda di quanto ha appreso.
E' questo, in sostanza, quanto afferma la Teoria Costruttivista preconizzata da Piaget e, di seguito, evoluta da Seymour Papert che la adotta sotto il nome di "Costruzionismo".
In tale processo è l'Allievo ad essere posto al centro del processo di Apprendimento, e l'errore (che in un contesto scolastico che definiamo "tradizionale" e basato prevalentemente sulla trasmissione e memorizzazione di contenuti), considerato come sinonimo di incapacità e scarsa applicazione, assume a un valore diverso, essendo considerato come punto di partenza per generare nuovi apprendimenti.
L'Insegnante, da semplice depositario e "trasmettitore" di conoscenze, assume il ruolo ben più importante e significativo di "Regista" del processo di Apprendimento, sollecitando nell'Allievo lo sviluppo di quelle "conoscenze, abilità e attitudini" che, nel loro insieme, costituiscono le cosiddette "Competenze"
A suffragio di quanto affermato giova ricordare quanto si legge nelle stesse "Indicazioni Nazionali e nuovi scenari" a proposito del significato del termine "Competenza", definita quale "comprovata capacità di utilizzare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e personale": è, in altre parole, la definizione di un obiettivo fondamentale enucleato dalle Competenze chiave per l'educazione permanente: "Imparare ad imparare".
Su queste linee guida si muove la nostra proposta diretta alla Scuola di base.
Ci proveremo, rivolgendoci a quanti vorranno seguirci ed affiancarci, attraverso spunti di riflessione ed esperienze comuni, aperti a critiche e confronti che, ci auguriamo, siano in grado di coinvolgere quanti vorranno operare con noi a diversi livelli.